O DELLA NOSTALGIA

di e con Matteo Angius e Riccardo Festa
luci Claudio Amadei
distribuzione Tiziana Cusmà
una produzione produttivo Accademia degli Artefatti
con il sostegno di URteatro e Fondazione Campania dei Festival / Fringe 2015

Il nostalgico è contemporaneamente qui e là, né qui né là, presente e assente, due volte presente e due volte assente (Vladimir Jankélévitch).

Una trasmissione radiofonica in forma di teatro. Uno spettacolo in forma di diretta radio. Un tempo in cui raccogliere quello che ha la consistenza della distanza, un luogo dove far depositare il peso degli sfioramenti. Una lista della spesa di cose che non si possono più comprare, e che comunque proprio adesso non stiamo trovando, di tentativi privati da condividere pubblicamente. Uno spettacolo che gira intorno, che la prende larga, che tenta di non affondare il colpo: si avanza per capitoli di cui si è persa la numerazione, appunti e appendici per dire di ciò di cui forse non si può dire. Echi e immagini opache di qualcosa che però lo sappiamo che c’è, da qualche parte c’è, ed è proprio quella cosa lì, si. Una scaletta come di una trasmissione, una trasmissione sempre sul punto di essere interrotta, rimandata, invasa. Un andamento a rubriche per derubricare le nostre storie: quella di tuttoquello che è stato, di quello che avremmo dovuto e potuto, di quello che potrebbe.

Siamo due uomini di 40 anni, o quasi. Abbiamo fatto delle cose, molte le abbiamo mancate. Comunque sia il centro sembra essere rimasto sempre un po’ più in la. Sempre in fuga. Anche questo spettacolo stavamo rischiando di farcelo scappare, ma invece –
E comunque anche di questo sentiamo un’insopportabile nostalgia

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