DIE DIE MY DARLING (2000)

Sample from Die Die, My Darling

Lead vocal Erma Castriota (H.E.R.)
Back vocal Miriam Abutori, Paola Cannizzaro
Recorded voice Tiziana Novelli
Performer Rita Bucchi, Elio Castellana
Keyboards and soundscape Gerardo Greco alias Rasnoiz
Light design Diego Labonia
regia Fabrizio Arcuri
Musiche originali Erma Castrista (H.E.R.)+ Rasnoiz
Organizzazione Miguel Acebes


Vero e proprio spettacolo in forma di concerto che indaga le possibilità di un nuovo modo di intendere l’unione tra musica e teatro, fra canto e parola parlata, attraverso un prezioso intarsio drammaturgico. Con questo spettacolo-concerto ogni passo che aveva segnato le tappe del Progetto Età Oscura, sul mito del labirinto, di Teseo e del Minotauro, viene ora ripercorso di corsa, abbandonato e superato in un’ardita arrampicata verso il futuro, con la complicità di Herma, artista che fa della musica un banco di prova per il concetto di identità e della sua voce un laboratorio di alchimia sonora.
Herma delinea un intenso scenario di solitudine e rabbia usando cover e musiche originali come frammenti di un universo sonoro che spazia dall’hard-core dei Misfits al blue mood di Billie Holiday, dai lamenti barocchi alle suggestioni di Emily Dickinson passando per composizioni originali, il tutto con la veemenza elettrica di una icona rock. A questa trama si intreccia quella drammaturgica che passa per la voce e il respiro di un’Arianna sdoppiata che compita le parole della solitudine con il tratto rabbioso o disperato di una rocker o di una blues singer. In quelle parole l’eco della disperazione accecante de “La voce umana” di Jean Cocteau.

Sample from Die die my darling è il deserto della solitudine: una strada impolverata, un salotto metafisico in cui rimbombano voci, suoni e musiche radicate nella memoria.

Due donne esposte alla visione ingrata della pietà che si riserva ai mostri da fiera. Sospese sul dolore instabile dell’abbandono mettono in atto la coreografia involontaria di una sopravvivenza molliccia mentre una voce indefinibile, accompagnata da un violino, declina il canto di abbandono e di morte.

In Sample from Die, die my darling nulla si mette in scena ma si assiste, nostro malgrado, all’ossessione muta dell’istante prima della morte. Una morte bianca e compatta che si rimanda indefinitamente in attesa che il corpo ceda per esaurimento di forza di volontà e si distragga dal suo destino. In Sample from Die die my darling nulla si rappresenta ma si attende la fine come la pioggia nell’afa estiva. Non c’è tragedia però perché non c’è morte ma solo un vertiginoso rimandare: è il dolore che è stato abbandonato.

Lavorare sul togliere, lasciare solo emozione che brucia, cancellare, scontornare, vuotare. Non l’immagine, ma la visione, non la parola ma il suo ricordo. Qualcosa di insondabile. Evocare per qualche istante qualcosa che ci appartiene profondamente. È di scena l’abbandono. Brevi apparizioni. Fantasmi. Paesaggi eterei. Un soffio. E il mare riavvolge questo ricordo che viene da lontano. Arianna non c’è più. Questa tappa, come tutte le altre ispirate alla figura di Arianna, è dedicata a Sarah Kane.
 

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