CARNE 2016

Carne, muscoli e tessuto molle dell'uomo e degli animali. Carne, trasformazione terrena del Verbo divino. Carne al sangue, carne ben cotta, i piaceri della carne, carne viva e carne morta. Lei e Lui, discutono e litigano sulla carne, partendo dalla questione animalista per esplorare territori limitrofi ma meno battuti, la sacralità della carne come forma inalienabile dell'esistenza, i limiti etici della mercificazione della carne, la morte che trasforma la carne in oggetto, lo sfruttamento della carne come base di tutte le forme di sfruttamento apparse nella storia. Lei è vegetariana, o forse vegana, vagamente antispecista. Lui è un inguaribile carnivoro e accetta la "dialettica del sangue" come principio esistenziale. Comici dialoghi si alternano a buffi monologhi. Si sorride con leggerezza e nel ridere riflettiamo, ci mettiamo in discussione, ridefiniamo le nostre certezze, e non potrebbe essere altrimenti perché siamo fatti di carne e "la carne nasce, la carne cresce, la carne marcisce".


CREDITS
Testo / Fabio Massimo Franceschelli
Regia e interpretazione / Elvira Frosini e Daniele Timpano
Disegno sonoro e musiche / Ivan Talarico
Collaborazione artistica / Alessandra Di Lernia
Disegno luci / Omar Scala
Assistente alla regia / Sonia Fiorentini
Progetto grafico / Davide Abbati
Missaggio e mastering / Antonio Maresca – Fourth Mile Studio
Produzione Frosini/Timpano - Kataklisma


Lo spettacolo e il progetto

"Un autore vivo è vivo, un classico morto il solito cadavere"
[Frosini/Timpano]

Pirandello ha rotto il cazzo (i classici siamo noi) è un progetto che lanciando nel titolo un’evidente provocazione vuole porre in evidenza quella che ai nostri occhi appare come una grande lacuna nella politica culturale e conseguentemente nel sentimento culturale del nostro paese: la poca o affaticata attenzione dedicata alla drammaturgia contemporanea di autori italiani. Noi stessi, che siamo autori oltre che registi e interpreti dei nostri lavori, abbiamo pensato di svolgere un ruolo attivo, tentando un piccolo segno con la commissione annuale o biennale di drammaturgie originali ad autori italiani viventi, in luogo della consueta vampirizzazione dei cosiddetti classici. Carne di F. M. Franceschelli è il testo con cui apriamo questo esperimento.

Cos’è lo spettacolo Carne?
Carne è innanzitutto un incontro tra due autorialità: quella del drammaturgo che scrive per noi un testo, definito dalle proprie visioni anche sceniche, e la nostra personale poetica. Abbiamo scelto di avvicinarci a F. M. Franceschelli astraendo alcune immagini ricorrenti nella sua drammaturgia e trasformandole in linee guida principali dell’impianto scenico-registico. Della struttura drammaturgica lineare originale abbiamo sottolineato le divagazioni testuali, tentando di aprire narrazioni nella narrazione. Potremmo dire che astrazione ed estrazione siano state le prime coordinate su cui abbiamo operato. La nostra scrittura scenica, registica e interpretativa si è inoltre basata su un disegno sonoro e musicale elaborato per noi durante il lavoro da Ivan Talarico, scrittura nella scrittura, scrittura per la scrittura, capace di insinuare ulteriori suggestioni narrative. Ci sembra che questo incontro possa essere una “traduzione” di F. M. Franceschelli attraverso i nostri corpi e la nostra poetica.
Frosini / Timpano


Nota al testo
Carne, muscoli e tessuto molle dell'uomo e degli animali. Carne, trasformazione terrena del Verbo divino. Carne al sangue, carne ben cotta, i piaceri della carne, carne viva e carne morta. In una tranquilla quotidianità casalinga - una situazione potenzialmente da sit-com - due coniugi, Lei e Lui, discutono e litigano sulla carne, partendo dalla questione animalista per esplorare territori limitrofi ma meno battuti, la sacralità della carne come forma inalienabile dell'esistenza, i limiti etici della mercificazione della carne, la morte che trasforma la carne in oggetto, lo sfruttamento della carne come base di tutte le forme di sfruttamento apparse nella storia. Lei è vegetariana, o forse vegana, vagamente antispecista. Lui è un inguaribile carnivoro e accetta la "dialettica del sangue" come principio esistenziale. Comici dialoghi si alternano a buffi monologhi e a tipici screzi coniugali; si sorride con leggerezza e nel ridere riflettiamo, ci mettiamo in discussione, ridefiniamo le nostre certezze, e non potrebbe essere altrimenti perché siamo fatti di carne e "la carne nasce, la carne cresce, la carne marcisce".
Fabio Massimo Franceschelli


Nota sulle musiche
Le musiche di Carne sono una scala musicale a chiocciola, che si avvita intorno a un tema semplice, declinato in diversi timbri e stili. Unite e permeate da suoni e rumori, tentano di costruire degli ambienti, per aggiungere spazio alla penombra e al vuoto della scena. Accolgono le voci e vorrebbero esse stesse parlare, ma si accontentano di evocare corpi e mondi che scuotono il ruminante ragionare dei due protagonisti. E prima di andar via rendono evidente il fattaccio.
Ivan Talarico

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